Il tartufo inebria i vostri sensi e stupisce il vostro palato? Nell’articolo raccontiamo le origini e gli usi di questo fungo.
Innanzitutto sapevate che il tartufo è un fungo? Ebbene sì, questa prelibatezza appartiene al genere Tuber, della famiglia Tuberaceae. Chiariamo che esistono diversi tipi di tartufi e non tutti sono commestibili. Anzi, alcuni sono letali per la salute umana.
Questi tipi di funghi hanno un corpo fruttifero sotterraneo, individuato con l’aiuto di cani. Il tartufo cresce naturalmente nel terreno e deve vivere accanto agli alberi, con i quali crea un rapporto simbiotico, producendo lo sporocarpo.
Alcune sue specie sono prelibate, tanto da essere esclusive e costose.
Storia del tartufo: dalle origini alla fama mondiale
Un’ipotesi accreditata da fonti storiche è che già i Sumeri e gli Ebrei avessero integrato nella loro dieta il tartufo nel 1700-1600 a.C., anche se non abbiamo la certezza che si tratti della stessa specie che oggi mangiamo.
È certo che nell’antichità, il primo a parlare di tartufo fu il filosofo Plinio il Vecchio nel 79d.C., nella Naturalis Historia. Proprio il naturalista riportò nei suoi scritti che il tartufo era molto gradito al popolo romano. Nel I secolo d.C., fu Plutarco di Cheronea a diffondere la credenza che il tartufo nascesse dall’azione combinata dell’acqua, del calore e dei fulmini.
Successivamente Giovenale tramandò l’idea che il tartufo fosse scagliato da Giove con un fulmine adiacente una quercia. Probabilmente la credenza che Giove fosse una divinità dalla spiccata vita sessuale, contribuì ad associare il tartufo a proprietà afrodisiache. Lo stesso poeta scrisse che “era preferibile che mancasse il grano piuttosto che i tartufi”.
Per molto tempo i naturalisti mostrarono disaccordo sulla classificazione del tartufo: chi lo considerava una pianta, chi addirittura un animale!
Probabilmente però il loro tartufo non era quello che mangiamo oggi ma un’altra specie: la “terfezia Leanis”.
Il suo successo si deve all’élite. Infatti il tartufo era da sempre utilizzato dalla nobiltà. In particolare le corti europee del ‘700 lo consideravano come uno degli alimenti più gustosi e prelibati.
Inoltre la ricerca del tartufo era anche un modo per intrattenere gli ospiti di palazzo. È possibile che l’usanza di ricercare il fungo tramite l’aiuto di animali, come il cane, derivi proprio da questa abitudine.
Ancora, il musicista Gioacchino Rossini definiva il tartufo come “il Mozart dei funghi”.
Nel 1933 il tartufo d’Alba venne conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, grazie a Giacomo Morra, un ristoratore del posto, definito Re dei Tartufi dal Times. Ecco dove trovare questa storia: http://www.tartufimorra.com/uploads/public/3648_mostra.pdf
Utilizzo del tartufo
Non ci sono dubbi: il tartufo in cucina è delizioso, oltre che sopraffino. Si può acquistare e utilizzare per abbinarlo alla pasta, ai risotti ma anche alla carne o alle uova.
Prima di consumarlo però lo si deve lavare. Bisogna metterlo sotto l’acqua fredda e pulirlo con uno spazzolino.
Il tartufo bianco va consumato rigorosamente crudo. Un classico è la sua fonduta sui tagliolini piemontesi.
L’aroma del tartufo, abbastanza forte quanto gradevole, può essere un ottimo condimento per tutti i tipi di portate. Un tocco in più per chi vuole preparare un menu particolare e suggestivo.
A questo proposito consigliamo l’olio al tartufo. Un vero e proprio gioiello da tirare fuori per ogni pranzo o cena importante. Tutti gli amanti dell’ alimento impazziranno per questa raffinatezza gastronomica!
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