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Extra Dry, Dry o Brut? Il Prosecco può avere diverse varianti. Quali sono le differenze? Nell’articolo spieghiamo i tratti identificativi, la storia, la produzione e gli abbinamenti di questo particolare tipo di vino.
Extra Dry è l’aggettivo che indica una tipologia di Prosecco. La denominazione lo differenzia dal Brut, che è la versione più secca, e dal Dry, più dolce. Le differenze tra i tre sono date dal quantitativo zuccherino, causato dalla durata della rifermentazione.
Il Prosecco Brut è la categoria che contiene meno zucchero, presenta infatti meno di 12 grammi di zucchero per litro. Il sapore è pieno, leggermente acidulo ma fruttato.
Il Prosecco Extra Dry ha una quantità di zucchero che varia tra i 12 e i 17 grammi per litro. Il sapore è più delicato rispetto al Brut, più leggero.
Il Prosecco Dry è la tipologia più dolce, con un residuo zuccherino tra i 17 e i 32 grammi per litro.
In realtà la differenza tra le tre categorie di prosecchi è minima ma decisiva nel gusto.
Sicuramente i metodi di lavorazione e produzione ne determinano il sapore.
Un metodo di produzione naturale e biologico è premiante soprattutto dal punto di vista del gusto.
Ma quali sono le origini del Prosecco?
Già Plinio aveva decantato il vino pucino nella sua opera Naturalis historia e prediletto per le sue doti medicinali da Livia, moglie dell’imperatore Augusto.
Nei primi anni del Cinquecento a Trieste, per dare maggiore rilevanza al principale prodotto locale, la ribolla, si diffuse la teoria che questa fosse erede del pucino.
Il vitigno si diffuse prima nel Goriziano, poi in Dalmazia, a Vicenza e nel Trevigiano. Col passare dei secoli, la produzione nella zona d’origine diminuì, aumentando invece nelle zone della provincia di Treviso e fra le zone di Conegliano, Asolo e Valdobbiadene.
Il termine “Prosecco”, comparve per la prima volta nel poemetto Il Roccolo Ditirambo, scritto nel 1754 da Valeriano Canati, con lo pseudonimo di Aureliano Acanti.
Il Prosecco italiano viene prodotto per l’80% del totale nelle province del Veneto e per il restante 20% nelle province del Friuli-Venezia Giulia.
Esso deve il suo boom a partire dal 1990, per poi espandersi maggiormente nel periodo tra il 2005 e il 2010.
Come arriva sulle nostra tavole il Prosecco? Segue il metodo di produzione e imbottigliamento.
Metodo di produzione e imbottigliamento
Il prosecco, sia esso Brut, Dry o Extra Dry, segue un metodo di produzione detto “metodo Charmat o Martinotti“, il quale prevede le seguenti fasi:
- Si parte dalla vinificazione, proseguendo con la filtrazione e la rifermentazione attraverso autoclavi pressurizzate. L’utilizzo di queste autoclavi risiede nell’esigenza di preservare gli aromi fruttati e delicati del Prosecco, mantenendolo ben refrigerato. Infatti il vino rimane per 15-20 giorni all’interno delle autoclavi.
- Passata questa fase, il liquido crea la sua spuma. Perciò si trasferisce in un’autoclave con travaso isobarico, in modo da non disperdere l’anidride carbonica, per poi essere refrigerato e rifiltrato. La seconda filtrazione è necessaria per rimuovere eventuali residui e le parti solide della fermentazione. In questo modo il prodotto risulterà perfettamente limpido!
A questo punto il Prosecco può essere imbottigliato. La tradizione vuole che il periodo migliore per questo procedimento sia la primavera, precisamente nei giorni vicini alla Pasqua.
Le regole da seguire durante l’imbottigliamento sono specifiche:
- La damigiana con il vino deve essere conservata in un luogo fresco e pulito, per 20 giorni
- L’imbottigliamento va effettuato esclusivamente durante giornate soleggiate
- La chiusura suggerita è quella a corona, perchè più pratica e sicura
- La conservazione delle bottiglie deve avvenire, per qualche mese, in un luogo fresco e asciutto, con una temperatura tra i 15° e i 18°C
- La damigiana ormai vuota, deve essere lavata e conservata in un luogo non umido, in modo da evitare la creazione di muffa
La pressione utilizzata durante la produzione e l’ imbottigliamento, darà la caratteristica di vino frizzante o spumante. Nella versione spumante, la dolcezza del prodotto sarà regolata in base alla quantità residua di zuccheri.
Arrivati alla fine, il Prosecco è pronto per essere commercializzato nelle versioni Brut, Dry, Extra Dry. Non resta che pensare a quali alimenti abbinarlo!
A cosa va abbinato il Prosecco Extra Dry?
La sua leggerezza, rende il Prosecco Extra Dry perfetto per sapori diversi, quindi è abbastanza adattabile.
I formaggi, sia freschi che stagionati, sono l’abbinamento più classico, così come salumi e affettati.
Il sapore delicato del Prosecco Extra Dry è perfetto da accompagnare a carni bianche, pesce e verdure come il carciofo o l’asparago.
Oppure, volendo utilizzarlo per lo scopo opposto: il Prosecco potrebbe rinfrescare il palato per esempio dopo cibi fritti.
Adesso che conoscete le differenze tra i vari tipi di Prosecco, tocca a voi sperimentare quello che si abbina meglio alle vostre esigenze!
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